PORT RIDE – L’italiano Lamond Marcel Jacobs ha vinto la finale dei 100 metri alle Olimpiadi di Tokyo domenica 1 agosto. Risultato inaspettato per il velocista 26enne, che non ha partecipato alla Finale del Mondo Esterno.
CG –
Lamond segue Marcel Jacobs e Usain Bolt. Domenica 1 agosto è stato incoronato campione olimpico italiano dei 100 metri a Tokyo. In 9 secondi ha battuto gli 80, nuovo record europeo, il 26enne velocista, l’americano Fred Kerley e il canadese Andre de Gross, che ha vinto il bronzo a Rio. “Il mio unico sogno di venire qui è arrivare in finale”, ha detto Lamond Marcel Jacobs dopo la sua vittoria a sorpresa.
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Tokyo 2021: Olimpiadi a marchio Govt
Ha migliorato il record italiano prima di essere sfruttato a Tokyo
Prima delle Olimpiadi di Tokyo, il 26enne italiano non aveva mai gareggiato nel mondo esterno né nelle finali europee. Il suo unico record europeo è stato quello di vincere più di 60 metri in casa questo inverno a Doron (Polonia), che ha elevato la sua potenza.
Nel 2019 è stato fermato durante le semifinali dei Mondiali di Doha e dell’Euro 2018 a Berlino. Dopo il suo titolo interno, ha migliorato il suo record italiano a 9,95 a maggio prima di essere sfruttato a Tokyo.
Per saperne di più
- Olimpiadi di Tokyo: campione olimpico nei 100 metri, dopo l’italiano Lamond Marcel Jacobs Usain Bolt
Allenato dal campione del mondo indoor 2001 Pavlo Kamosi
L’italiano Paulo Camosi (47), un ex talentuoso tre salti e campione del mondo indoor 2001, ha allenato Jacobs. Durante la sua prigionia nella primavera del 2020, Kamosi ha osservato il suo sostenitore da lontano seguendo le sessioni online filmate dai fratelli di Jacob.
Una relazione complicata con il padre americano
Lamont Marcel Jacobs è nato il 26 settembre 1994 a El Paso, in Texas, dove suo padre era un soldato vicino a Venezia. Ma è cresciuto con la madre italiana, che lo ha portato in campagna dall’età di 2 anni, tra Verona e Brescia fino a Tecenzano del Carta.
Alcuni tatuaggi sulla parte superiore del corpo di Lamont Marcel Jacobs segnano suo padre, che era assente dalla sua infanzia, ha avuto un lungo rapporto difficile con lui, ed è in pace oggi. Credeva particolarmente in suo padre: “L’energia che ti assale quando abbatti un muro del genere è incredibile. L’ho odiato per non averlo e ho cambiato idea: mi ha dato vita, muscoli forti, velocità. Ho giudicato senza sapere nulla di lui”.
Dallo scorso settembre Sprinter collabora con Nicoletta Romanazi, coach di salute mentale. Ha spiegato alla stampa italiana: “Con lei ho accettato di affrontare le mie paure ei miei demoni. Non è facile, ci sono delle cose intime che non vuoi rivelare a te stesso. -Lo stesso”.
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