Marzo 29, 2024

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Morte dell’ambasciatore italiano nella RDC: per quanto ne sappiamo

Via SudOuest.fr con AFP

Se i fatti sono ormai quasi confermati, molte domande sui colpevoli e sui motivi dell’attentato che ha ucciso il diplomatico e la sua guardia del corpo e il suo autista rimarranno senza risposta.

Poi ci sono le tante domande Lunedì è morto l’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo Nell’attacco al convoglio del World Food Program (WFP) che ha organizzato la visita del diplomatico. L’attentato ha ucciso l’ambasciatore Luca Atanasio, 43 anni, la sua guardia del corpo italiana, il fuciliere Vittorio Igovacchi, 30 anni, e Mustafa Milambo, autista della PAM in Congo.

attacco

Secondo il presidente congolese, il convoglio PAM, in cui era di stanza l’ambasciatore, è stato teso un’imboscata a tre chilometri dal suo obiettivo, il comune di Quancha, nella RDC orientale, nella zona di Rutsuru, dove “sei assalitori, cinque armati di AK-47 fucili d’assalto e un coltello”, sono entrati nel veicolo e li hanno abbattuti. L’attentatore ha colpito poco dopo mezzogiorno di fronte a una folla di persone in lutto, uccidendo almeno tre persone e ferendone altre dozzine, ha detto la polizia.

Con cautela, ranger congolesi e soldati della zona hanno inseguito gli aggressori. “A distanza di 500 metri (dal luogo dell’attentato) i rapitori hanno sparato alla guardia del corpo (italiana), morta sul colpo, e verso l’ambasciatore, il suo addome è stato ferito”.

La ricostruzione dei fatti, presentata dal capo della diplomazia italiana, Luigi de Mayo, è sostanzialmente simile a quella delle autorità congolesi, aggiungendo una descrizione dell’italiano, cioè degli oggetti lanciati prima di essere costretti a fermare due veicoli. Tuttavia, alcuni media italiani non hanno escluso la possibilità di un pericoloso fuoco amico.

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Chi e perché?

La principale questione aperta riguarda gli autori dell’attentato. Lunedì le autorità congolesi hanno accusato dell’attacco i ribelli hutu ruandesi dell’Esercito di liberazione democratica del Ruanda (FDLR) con sede nella Repubblica Democratica del Congo orientale.

Ma in una dichiarazione all’AFP martedì, i ribelli delle FDLR hanno negato il coinvolgimento: “Esortiamo le autorità congolesi e Monusco (missione delle Nazioni Unite nella RDC) a far luce sulle responsabilità di questo famigerato massacro invece di accuse urgenti”.

L’altra domanda relativa alla prima domanda è se il motivo di questo attacco sia stato un tentativo di rapimento per ottenere un riscatto o qualcos’altro. Secondo i primi elementi, secondo fonti occidentali a Kinshasa, tutto questo è un “falso tentativo di rapimento”.

“È stato un rapimento mirato e potrebbe essere andato storto. I rapitori hanno informato su dove si trovasse l’ambasciatore e volevano fare soldi usando questa opportunità”, ha detto.

L’Italia vuole anche capire come un ambasciatore possa trovarsi in una zona pericolosa senza un’adeguata protezione. L’auto non è schermata.

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